Coaching, valorizzare le potenzialità

Non amo usare termini inglesi, ma non posso neppure non tener conto del linguaggio in uso nei contesti che frequento normalmente.
E ora si parla di coaching anche nelle piccole e medie aziende, i nostri produttori di valore per eccellenza.
Ed è successo che diverse persone con cui collaboro, responsabili funzionali o proprietari di PMI, hanno utilizzato questo termine rivolgendosi a me, che da sempre mi sono definita una consulente aziendale in area organizzativa e del controllo di gestione.
E allora sia, vediamo cosa significa fare il coach per me, al di là di quanto troviamo in letteratura e che ho già cercato di sintetizzare in un altro articolo, sempre pubblicato qui.
Mi avvicino alla questione usando alcune parole: confronto, sostegno, relazione.
Fare coaching significa entrare in relazione con la persona o con il gruppo, ascoltare i bisogni professionali, definire un piano di azione condiviso che comprenda la definizione degli obiettivi che si desidera raggiungere, individuare le competenze tecniche e trasversali necessarie a raggiungere gli obiettivi definiti, accompagnare la persone (le persone) nello sviluppo di queste competenze attraverso l’offerta di strumenti, cornici concettuali, esercizi on the job, feedback graduali in un clima supportivo di rispetto e di valorizzazione delle caratteristiche e potenzialità di ciascuno.

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