Pratiche situate di empowerment al femminile

E’ oramai una certezza: le donne in ruoli apicali rendono le aziende più redditizie.
Innumerevoli ricerche confermano la correlazione fra il numero di donne nel management e utili aziendali, indipendentemente dai settori di appartenenza e dalle dimensioni aziendali. E questo in tutto il mondo.
E ancor oggi, le donne ai vertici aziendali sono una sparuta minoranza.
Non è questa la sede per articolare un ampio discorso basato su ricerche scientifiche per tentare di individuare le direttrici storiche, psico–sociali ed economiche di questa evidenza. Molto più pragmaticamente, presento solo l’estratto di un percorso rivolto ad un gruppo di donne, per esplorare dal basso quali sono le rappresentazioni femminili sul lavoro manageriale che, in qualche modo, vincolano le possibilità delle donne a ricoprire ruoli importanti nelle nostre organizzazioni, nella speranza di attivare, nelle partecipanti, una spinta a sentirsi più forti, più capaci, più sicure, più decise a ricoprire ruoli importanti per la crescita del benessere economico complessivo e non solo.
Obiettivi del percorso
• Promuovere il miglioramento delle condizioni sociali ed occupazionali delle donne, esplorando le condizioni entro le quali si mettono in atto i processi di empowerment.
• Individuare i principali snodi critici che caratterizzano il rapporto delle donne con il lavoro, attraverso un percorso induttivo che parte dal racconto delle storie di vita delle partecipanti.
• Individuare strategie di soluzione condivise, ponendo le basi per la reale costruzione di un network di supporto e scambio.
• Produrre una best practice documentata e riproducibile.
Modalità di lavoro
Promuovere l’empowerment e il benessere nelle comunità, significa considerare la persona quale sistema integrato di potenzialità in termini di risorse e criticità e la relazione interpersonale quale vettore privilegiato per realizzarle nei diversi ambiti quotidiani e fasi di vita.
In letteratura si definisce l’empowerment come “un processo attraverso cui individui, organizzazioni e comunità acquisiscono potere, cioè un maggior controllo su questioni per loro vitali, essenziali, prioritarie.”
Per facilitare questo processo, riteniamo sia utile partire dal racconto delle donne che lavorano in aree diverse ed in diversi ruoli, piuttosto che presentare una serie preconfezionata di temi, per lavorare su quanto emerge dal gruppo, i suoi bisogni, le sue rappresentazioni e le sue risorse.
Il metodo induttivo rende la persona, con l’opportuna guida del conduttore e facilitata dal confronto di gruppo, il protagonista di un percorso di scoperta di sé, delle rappresentazioni sociali, delle cornici teoriche inerenti i temi delle donne al lavoro, e offre indubbi vantaggi a livello psicopedagogico: viene assunto un ruolo attivo nel percorso didattico e gli elementi individuati sono più facilmente memorizzabili e più attivi nei processi di cambiamento.
Sarà compito del gruppo indagare su quanto gli elementi raccontati contribuiscono a rendere complicato il rapporto delle donne con il lavoro, in particolare nel caso di professioni tradizionalmente maschili e, nel contempo, trovare, in modo creativo, le risorse personali e relazionali per modificare le proprie percezioni, i propri atteggiamenti e comportamenti quotidiani e, soprattutto, aumentare la capacità di prendere decisioni.
Sono previsti cinque incontri, a cadenza mensile, di un paio d’ore, per un gruppo di massimo 12 donne, condotti da Annarita Gelasio, psicologa del lavoro.
Per info: anna@annaritagelasio.it

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